[ConforTIAMOci #4]
Ogni lunedì vi mandiamo una newsletter speciale, che racconta luoghi virtuali, idee originali, libri da leggere e serie da guardare, ricette facilissime da preparare e podcast da ascoltare e persone da seguire. Un appuntamento fisso che allieta le nostre settimane rinchiuse, che voi potete contribuire ad arricchire, segnalandoci le vostre idee per passare al meglio questo periodo così grigio, usando l’hashtag #ConforTIAMOci.
La scorsa settimana nei mille messaggi che ci scambiamo quotidianamente su tutti i mezzi di comunicazione possibile ci siamo chieste che cosa ci mancasse di più, in questo strano periodo. Di sicuro, vedere gli amici. Ancora di più, o forse a parimerito, viaggiare. Anche con gli amici, chiaro. Poi ci mancano le nostre passeggiate senza meta nelle stradine più nascoste di Milano, alla ricerca del negozietto più bello o dell’ultima novità da raccontarvi.
Ci mancano le chiacchiere davanti a un caffè, che quasi sempre non è mai solo un caffè, ma è sempre un caffè con dei dolcetti che ci concediamo senza nemmeno un briciolo di senso di colpa.
Ci manca la prospettiva, la visione del futuro, e spesso ci chiediamo come ripenseremo tra qualche anno ciò che stiamo vivendo adesso.

Ma sapete che cosa ci manca di più? Qual è la cosa a cui davvero non riusciamo ad abituarci? La mancanza di abbracci. Frettolosi, morbidi, eleganti o eterni, avvolgenti o schivi, di circostanza o appassionati. Accidenti, ridateci gli abbracci e nessuno si farà del male.

Allora li cerchiamo ovunque, i surrogati degli abbracci. In una canzone, in un film, nel dialogo a distanza, nei cuccioli di casa. Nei piccoli regali che ci facciamo, o spediamo agli amici.
Nella luce di una candela accesa, impastando la pizza per tutta la famiglia, o in una canzone che ci ostiniamo ad ascoltare a ripetizione perché è il modo più amorevole che abbiamo di prenderci cura di noi.
Immaginatevi che la newsletter di oggi sia un enorme abbraccio collettivo che ci scambiamo a distanza. Noi ci mettiamo questi spunti che abbiamo scelto per voi, voi metteteci tutto il calore che solo due braccia che ti stringono forte possono dare.
Secondo noi, insieme si può!
Soprattutto se in sottofondo c’è questa. Unica, meravigliosa, senza tempo.

Scommettiamo che vi abbiamo fatto sorridere?
DA CENTELLINARE
Di sicuro sorriderete quando vedrete lei, l’unica e inimitabile The Marvelous Mrs Maisel. La serie che ci ha messe tutte e tre d’accordo. Abiti e ambientazioni sublimi, di quegli anni ’50 che adoriamo, un’ironia senza pari, l’America più bella e una protagonista che rende il tutto semplicemente perfetto.

Se amate la stand up comedy, se amate New York, se amate i bei vestiti sartoriali, se amate l’amore e l’emancipazione femminile questa è la serie che fa per voi. Anche quando fa piangere. Ma non preoccupatevi: anche quando vi commuoverete, l’attimo dopo starete ridendo un sacco. Unica.
DA GUARDARE
gli indifferenti (2020)
Partiamo da un romanzo di Alberto Moravia. Partiamo benissimo.
E parliamo del gioco pericoloso di una famiglia borghese, gli Ardengo, che da anni vive al di sopra delle proprie possibilità economiche.
Gli indifferenti ci porta in una Roma contemporanea in un secondo adattamento cinematografico che ci ha proprio convinte.

Forse perché ci spiega ben bene come non siamo ancora riusciti ad evolverci come dovremmo.
Preferite qualcosa di più forte? Allora torniamo al 2015 e a Mustang.
Il film, ambientato in un villaggio turco, racconta di un assurdo scandalo che coinvolge cinque sorelle, accusate di avere tenuto un atteggiamento troppo disinibito verso un gruppo di coetanei. La loro casa diventa una prigione e … non proseguiamo per non rovinarvi il seguito.
DA REGALAR(SI)E
Per noi Natale è da sempre Benbar.
I suoi gioielli creati in argento, bronzo e ottone sono piccoli tesori da collezionare e regalare.
Quest’anno poi è venuta incontro ai nostri più profondi desideri con la sua collezione di nodi, anelli e bracciali che ci regalano tutti i piccoli abbracci che quest’anno non siamo riusciti a scambiarci.

È quindi uno dei primi regali a cui abbiamo pensato facendo la nostra piccola lista di desideri.
Per chi invece vuole scongiurare un anno come questo, ha pensato a dei bellissimi cornetti colorati…e nel dubbio uno meglio accaparraselo!

Ma Benedetta ha una creatività esplosiva e quindi le più modaiole tra noi troveranno anche delle cinture gioiello da indossare durante i nostri ritrovi famigliari, un piccolo dettaglio che sicuramente farà la differenza.
Si potrà acquistare direttamente dal suo sito in attesa che Benedetta possa rifare uno dei suoi pop-up, veri momenti di grande condivisione, perché conoscerci di persona è sempre più bello.
INTERMEZZO
Si può ballare appesi a un filo? Si può pensare di essere meravigliosi a qualche decina di metri di altezza? Quanto l’arte può essere stupefacente?
Guardate qui per farvi un’idea! Soffrire di vertigini non è un’opzione.
DA GUSTARE
Un concentrato di vitamina C è senz’altro una buona idea, quest’anno più che mai. Noi le arance per fare il pieno di sole le compriamo qui, e ci arrivano a casa, buonissime e succosissime.

DA CUCINARE
Impastare è una delle attività che più amiamo e con le ricette di Anna riusciamo quasi sempre nell’impresa di preparare pane, pizza e torte morbide.
Con questa pasta di pan brioche spesso facciamo una treccia, che diventa un simbolo di un meraviglioso abbraccio. Che ne dite, proviamo anche con questo?
Sciogli 10 g di lievito di birra in 75 g di acqua tiepida (va bene presa dal rubinetto).
Unisci 2 uova, 50 g di miele, 100 g burro sciolto, 250 g di farina, un pizzico di sale.
Mescola tutto con una forchetta, sarà un impasto molto morbido. Va bene così!!!
Copri con pellicola e metti in frigo per una notte.
La mattina dividi l’impasto in due, e ciascuna metà in tre. Occhio, è molto appiccicoso! Fai dei salsicciotti lunghi lavorando con la punta delle dita appena bagnate d’acqua e forma una treccia. Poni in uno stampo da plum cake piccolo (quelli di circa 15 cm). Fai la stessa cosa con un altro stampo.
Io fodero gli stampi con carta da forno, lasciando che la carta esca dallo stampo perché cresce molto!.
Adesso viene il bello: metti i due stampi in un cassetto alto e, sempre nel cassetto, metti un bicchiere d’acqua.
Giuro! L’umidità serve ad ammorbidire l’impasto e il luogo chiuso aiuta la lievitazione. Va bene anche il forno spento. Ma il cassetto fa più ridere!
Aspetta due ore buone e…. Magia!!!!! È lievitato.
Inforna a 200 x 20/22 minuti.
È straordinario, giuro.
A questa ricetta basic è possibile aggiungere quello che più vi piace: uvetta ammollata e scorze di agrumi per un sentore ‘panettone dolce’, pomodori secchi rinvenuti nell’olio e timo per un ‘panettone mediterraneo’.
DA LEGGERE
Lorenzo Licalzi ha scritto uno di quei libri che ti rimangono per sempre nel cuore: Un lungo fortissimo abbraccio. Dobbiamo aggiungere altro?

Non aspettatevi amore sdolcinato, affatto. Il centro della narrazione è la ricerca di se stessi, visto che al protagonista viene impiantato il cervello di un altro, in seguito a una malattia degenerativa incurabile. Sarebbe tutto perfetto se lui non cambiasse completamente, sia agli occhi della famiglia che ai suoi, Ritrovarsi è la sfida di questa favola, impossibile e dolcissima.
PER QUANDO SI POTRÀ
Parlando di viaggi, la meta che torna più spesso nei nostri ricordi è sempre Parigi. Perché se è vero che anche nei momenti più bui, avremo sempre Parigi… è anche vero che adesso che non ci possiamo andare ci manca ancora di più.

Quindi sogniamo insieme di andare a fare un po’ di giretti? A cena nel locale dove cenano gli chef che contano, Le Baratin, una chicca nella zona di Belleville dove una simpatica coppia spagnola vi delizierà con piatti semplici ma succulenti e un servizio cortese e familiare. Poi, col paniere di vimini a fare scorta di formaggi alla Fromagerie Laurent Dubois, rubicondo affinatore che raccoglie, conserva e propone delle autentiche delizie. Da mangiare sur place nella piazza antistante la boutique-gioiello o da farsi sottovuotare per il viaggio. Insieme alla miglior baguette della città, quella del Boulanger Chrisophe Vasseur “Du pain et des idées”: grani antichi, molitura a pietra e lievitazione lenta con lievito madre. Il risultato parla da solo, anzi scrocchia sotto i vostri denti. E poi, beh, vorrete perdervi forse Pierre Hermé? Se non avete mai assaggiato un macaron di Hermé, non avete mai mangiato un macaron. Accendete un mutuo e provateli tutti, soprattutto quelli dai gusti assurdi: vi lasceranno senza fiato, oltre che senza soldi. Se ve ne potete permettere solo uno (come noi!) andate dirette su frutto della passione e cioccolato: morbidezza e punta d’acidità in un equilibrio che punta all’orgasmo palatale. Potendo, assaggiate anche la deuxmilles feuilles: il pasticcere è talmente francese che solo mille gli sembravano poche. Ah, la grandeur!!
Avendo speso tutto il budget in macaron, pranzo obbligato al Marché des Enfants Rouges, nel nostro quartiere preferito, il Marais: si va a mangiare il cous cous nel mercato coperto più multietnico del pianeta. Non vi piace il piatto marocchino? Ci sono anche bancarelle di fish&chips, polli ruspanti, pizza e spaghetti, pita libanesi, noodles e zuppe giapponesi e un negozio ricolmo di foto d’epoca dove passare il pomeriggio alla ricerca dei propri avi. Un altro quartiere da non perdere, branché ed elegante, è Saint Germain: impossibile andar via senza aver bevuto almeno una cioccolata a Les Deux Magots, per assicurarsi un tuffo nel mondo intelletuale del 18esimo secolo. Non vi sentite già uno scrittore? Baciate dalla fortuna in un giorno di sole? Fate un giretto all’aria aperta! A Parigi si passeggia ai Jardin de Luxembourg oppure si ammirano le innumerevoli specie vegetali della Promenade Plantée: il vecchio corso della ferrovia è diventato una passeggiata ricolma di verde che in primavera vi sorprenderà. Appassionati di brocantage, unitevi! E dove se non al Marché aux Puces di Porte de Clignancourt? È qui, nel mercato delle pulci più grande del mondo (dicono!) che scoverete le più belle cosette inutili e polverose, in compagnia di mezzo mondo! Non fermatevi ai primi banchetti ma osate passare oltre la péripherique al marché Serpette, e vedrete oggetti meravigliosi. Infine, stanchi di bric à brac, fatevi un mezzo pollo ruspante nell’attiguo Ma Cocotte, il ristorante imbellettato dall’onnipresente Philippe Stark.
Ecco, adesso abbiamo una nostalgia palpabile della città più bella al mondo. Quando partiamo? Chissà.
Al momento, accontentiamoci di ammirarla nel film che più di ogni altro l’ha raccontata al suo meglio. Come dice un nostro caro amico, i primo 10 minuti valgono il film.

Sì, è Woody. E chi se no?
Cartina
[ConforTIAMOci #4]
Milano, MI, Italia